mercoledì 23 marzo 2016

#55 Il diritto di viaggiare.

Mi ritrovo in un mondo che mi fa paura, un mondo he mi sta rubando i sogni, un mondo di cattiverie, odio, paura, un mondo che mi spaventa perché' un attimo di serenità può trasformarsi in terrore!
Nel momento che viene attaccato un aeroporto, ci viene portato via il diritto di essere liberi, la possibilità' di scoprire, imparare, la possibilità di andare dove i piedi non ci possono portare.

Quando parlo di liberta' mi vedo con valigia e passaporto, quando parlo di liberta' immagino tutte le cose che si possono imparare viaggiando e che la scuola o un libro non potranno mai insegnarti, libertà  e' la possibilità di esprimere cosa si pensa, e sapere come farlo.
Non dobbiamo permettere a nessuno di levarci il diritto di essere liberi, il diritto di poter andare oltre a quella stupida linea immaginaria che divide stati e cataloga persone per lingua, colore e religione.
Quando ti levano il diritto di essere libero, ti levano il diritto di imparare, di guardare le cose con i tuoi occhi, di avere pensieri diversi dalla massa, levandoti il diritto di imparare, ti levano la possibilità di coltivare le tue idee e i tuoi pensieri, così da creare un branco di pecore incapace di pensare, di ribellassi, un branco di ignoranti pronti a giudicare senza il minimo fondamento.

Viaggiare mi ha insegnato il vero valore dell'apparenza, mi ha insegnato a non giudicare, mi ha insegnato a vivere con persone che hanno tutto e con persone che non hanno niente, mi ha insegnato a convivere con persone con diversi pensieri, diverse abitudini, diversa religione e razza, mi ha insegnato ad andare oltre a quegli stupidi stereotipi che la società ci impone.
Viaggiare mi ha insegnato che le droghe non sono l'unica cosa a creare dipendenza, ma lo sono anche tutti quegli odori e sapori che scopri solo quando viaggi, lo sono i sorrisi e gli occhi di tutte le persone che hai incontrato, lo sono le notti insonni perche' ad un letto nuovo non ci si abitua mai.

Non bisognerebbe mai smettere di viaggiare, anche se si ha paura, non bosogna permettere a nessuno di rubarti le sensazioni che si prova solo viaggiando. Perche' ogni valigia piena, ogni timbro sul passaporto, ogni aereo preso stanno a rappresentare la persona che sei diventata.



sabato 19 marzo 2016

#54 Sette mesi...

Ci si tuffa, con la mente senza pensieri, tutto così intenso, breve, affascinante, non si ha neanche il tempo per respirare, non si può respirare, secondi, minuti, ore preziose sprecate, bisogna dare il meglio, mostrare tutto ciò che si sa fare ed imparare il più possibile, tutto in quel piccolissimo arco di tempo. Non importa quanto si è stanchi, non importa se ti manca l’aria, non si sente il dolore, si ha così poco tempo per pensarci, sorriso a trentadue denti e tutto in un fiato fino alla fine! Ed alla fine non importa il dolore o la stanchezza, vuoi solamente rifarlo, ora ne sei dipendente!

Ora indovinate che cos’è…

Sette mesi fa vi avrei descritto una gara di nuoto sincronizzato, ora vi sto descrivendo l’anno all’estero dal il mio punto di vista, un punto di vista che è cambiato con il tempo, si è evoluto insieme alla mia persona. 
L’anno all’estero è un po come una gara, ti tuffi ad occhi chiusi, senza pensare a nulla, perché quando inizi a pensare sei fottuto, e dopo pochi secondi ti ritrovi immerso di pensieri, problemi, avventure, ed ora sta a te risolvere tutto, stai stanco, avvilito, dolorante, ma non importa perché non hai tempo per riposarti, se ti fermi sei perduto, così vai avanti… Sul finale accadono le cose migliori, ti guardi intorno c’è chi spera che tu cada, fallisca, c’è chi tifa per te, e c’è chi lotta con te. E poi tra tutta questa gente ci sei tu, che stai crescendo tra i tuoi dolori e la tua stanchezza perché non hai mollato, ci sei tu che finalmente ti stai divertendo, ma purtroppo è finita, ed oramai ne sei dipendente! 
Tutto finisce, dopo 228 giorni negli Stati Uniti, Colorado, Montrose… Una città che forse sono l’unica a conoscere, ma che mi ha dato tanto, e così ad un soffio dal mio ritorno non so se mi spaventa di più rimanere o tornare.
Mi sono sempre chiesta cosa spinga tutti gli exchange student a non voler più tornare ed ora io posso assicurarvi dal mio punto di vista che: non voglio tornare perché amo la mia nuova vita, amo i miei nuovi amici, amo la mia nuova me ed allo stesso tempo sono così spaventata di tornare, così spaventata di trovare cambiamenti, perché alla fine parliamoci chiaro, tutto cambierà! Tutto cambierà perché saremo noi i primi ad essere cambiati. Saremo noi i primi ad aver bisogno della nostra libertà e ad aver paura della solitudine allo stesso tempo. 

Io una tra le tante cose che ho imparato è che i legami con le persone, gli oggetti i luoghi ti impediranno di essere libero, perché non esiste libertà senza solitudine, il problema è che non è facile convivere con la solitudine...