giovedì 31 dicembre 2015

#50 L'ANNO DEL...

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Il MIO anno, l'anno delle scoperte, delle esperienze, delle partenze, delle amicizie, della rinascita.
L'anno in cui ho preso quella scelta che sembrava così ovvia, così chiara, eppure tutto questo non ha niente di facile e chiaro.
L'anno del mi faccio crescere i capelli, l'anno del anche il caffè ha le calorie, l'anno della neve a Natale, l'anno dove capisci l'importanza di quello che avevi.
L'anno dove ho imparato a fare wakeboard, a cucinare, a fare la lavatrice senza tirare fuori i panni tutti rosa, a credere in me stessa, a sorridere, a piangere.
L'anno del faccio più errori in italiano che in inglese, l'anno del come si dice quella cosa, l'anno del vi prego abbracciatemi, l'anno in cui faccio delle battute che non capisco, RIDATEMI L'UMORISMO!
L'anno delle partite di football, delle cheerleader, degli armadietti e di tutte le volte che li hai presi a calci per aprirli, l'anno del giuro vado a correre NON VOGLIO INGRASSARE!
L'anno di Netflix, del divano e delle coperte, l'anno del CAZZO CI SONO -18 GRADI!
L'anno delle conoscenze, l'anno dove i post su Facebook sono in inglese, spagnolo, francese, tedesco, rumeno, russo, tailandese e cinese, e quando incontri un post in italiano ti meravigli.
L'anno del lasciatemi viaggiare, scoprire, volare, nuotare, camminare, correre...
L'anno degli abbracci e baci lanciati dietro uno schermo del computer, l'anno del voglio tornare, l'anno del non tornerò mai più.
L'anno dei film, libri e giornali in inglese, l'anno del non mi sono mai sentita così libera ed in gabbia allo stesso tempo.
L'anno del mi manchi, delle lacrime, dei sorrisi, l'anno dove il tempo sembra volare e poi non passare.
L'anno dove sogni qualcosa e combatti per averla, l'anno dove tutto sembra acquistare importanza, l'anno degli amici quelli veri, l'anno degli stronzi che spariscono.
L'anno del niente feste il sabato sera, niente aperitivo con gli amici, niente di tutto quello che prima era la tua quotidianità.
L'anno dove il calcio è stato sostituito dal football, i pranzi e le cene con la famiglia da qualche patatina mangiata qua e là, l'anno dove l'acqua viene sostituita dalla pepsi, il pesce dalla carne di alce, i dolci da qualcosa che sa di burro, il caffè da acqua sporca.
L'anno dove stringi tutti i legami che hai e ne spezzi altri.
L'anno che lascerà spazio al 2016.

mercoledì 23 dicembre 2015

#49 La ragazza allo specchio

Mi guardo allo specchio e vedo una ragazza di diciassette anni che quasi cinque mesi fa ha lasciato tutto quello che aveva per andare a studiare in America, Colorado, Montrose… Ha lasciato scuola, amici, famiglia, sport, per creare una seconda vita in un solo anno, nuova famiglia, nuovi amici, nuova scuola, nuovo sport. 
Mi guardo allo specchio e vedo una ragazza con capelli più lunghi, una ragazza che ora porta sempre gli occhiali, che il trucco è quasi un eccezione, una ragazza che indossa vestiti diversi, niente tacchi, niente vestiti, niente camicie, insomma jeans e felpe sono le sue migliori amiche. 
Un adolescente che inizia a pensare  come un’adulta, se proprio così la vogliamo definire, costretta a sorridere ad essere gentile, oramai lontana dagli sbalzi di umore di ogni diciassettenne, lontana dalle litigate con i genitori perché bisogna rientrare a casa a mezzanotte, lontana da quella fatidica frase se non metti apposto tutti quei vestiti te li butto! Perché ora se dicono a mezzanotte a casa non prova neanche a strappare quei cinque dieci minuti, perché ora tutto quello che riguarda la sua vita viene gestito esclusivamente da lei! 
Questa ragazza ogni volta che si guarda allo specchio vede tutte quelle volte che ha preso decisioni importanti da sola, senza i pareri dei genitori, senza consigli, dieci minuti di riflessioni e poi risposta secca sperando che sia la scelta giusta. 
In quello specchio ora c’è una ragazza che ha imparato ad ascoltare, a pensare prima di parlare e a ragionare. Una ragazza che ha sempre i propri pensieri e ideali, ma che ora accetta e ascolta quelli diversi dai suoi. Vi sembrerà una cosa banale ma viaggiando si conoscono persone intrappolate dalle loro idee, incapaci di ascoltare ed accettare qualcosa di diverso, perché hanno paura di sbagliare. 
Questa ragazza ha imparato a sbagliare e a non vergognarsene, quando si impara un’altra lingua gli errori saranno i vostri più cari amici, nella vita in generale si commettono errori, e non c’è cosa più difficile di ammetterli e superarli, ma ora la ragazza riflessa nello specchio va fiera dei propri errori.
Ha imparato a dire grazie, mi dispiace, scusa, prego… parole che le persone a volte dimenticano…
Quella ragazza ora è sempre felice, perché ha capito che la felicità dipende solamente da se stessa, ha imparato ad apprezzare e prendere il meglio da ogni minima cosa. 

Quella ragazza che spesso viene trattata come un’ adulta, ma che ancora ama guardare i cartoni della Disney, abbracciare un peluche, ed immergersi in un libro. Quella ragazza che vuole comportarsi come un’adulta, ma ancora ha così tanto da imparare, da capire, ancora ha così tanto da sbagliare, perché infondo ha solo diciassette anni! 



NEVER GIVE UP!

venerdì 18 dicembre 2015

#48 Secret Santa

Il Natale è il periodo dell'anno che preferisco, si trova il tempo per fare tutto, per leggere un bun libro sotto una coperta davanti il camino, guardare un film in compagnia, e soprattutto passare del tempo in famiglia. Pensando al Natale, non posso non ricordare casa dei nonni, dove ogni anno, non importa quanti anni hai ma fai l'albero e il presepe, apparecchi la tavola, e aiuti o semplicemente osservi nonna mentre prepara il grande cenone.
Il calore del camino, l'odore di casa, la sensazione che in momenti come questi non può andare storto niente, tutti intorno ad un tavolo, maledicendo il tempo che passa, ricordando quanto fosse bello essere un bambino che crede in Babbo Natale.

Ma tutti i bambini crescono, e a volte quei bambini che avevano come unico desiderio quello di incontrare Babbo Natale, iniziano ad avere bisogno di allargare i propri confini di scoprire cose nuove, anche se questo comporta non passare le feste a casa, tra l'affetto, gli odori e i sapori della propria famiglia. 

E così ti ritrovi a convivere con quegli che sono le tradizioni americane, luci su ogni casa, canzoni di Natale in ogni locale, decorazioni in ogni giardino. Conosciamo l'America per essere il paese dei giganti, tutto è abnorme e lo è anche il Natale. 

Ci sono degli elfi che abitano le case di ogni bambino dal 1 dicembre al 24 dicembre, l'elfo di casa mia si chiama Bernard ed ogni mattina fa uno scherzo, lo puoi trovare attaccato al muro, che mangia caramelle, che gioca con il dentifricio... Questo piccolo elfo è ciò che sostituisce la letterina, perché sarà lui a dire a Babbo Natale se i bambini sono buoni o cattivi e quali regali desiderano. 


Avete presente quei maglioni, o magliette orribili, che le persone indossano nei film di Natale? Qui le persone li indossano veramente, maglioni, verdi, rossi, bianchi, blu, con disegni raffiguranti il Natale! 
Ogni volta che ne vedo uno il buon gusto da italiana che in me viene violentato. 

Non c'è cosa più bella di passare il Natale tra la neve, anche se sto ibernando con meno tredici gradi, e le persone che mi dicono che l'inverno deve ancora arrivare.

Riguardo il Natale non credo che gli americani abbiano delle vere e proprie tradizioni, perché ognuno si organizza in modo diverso, c'è chi non festeggia la vigilia, chi fa la colazione la mattina di Natale, o chi come me il ventiquattro a sera andrà a mangiare cinese, mangiare cinese in America a Natale, c'è qualcosa che non quadra...
Ma nonostante questo di solito sia un periodo un po' malinconico per tutti gli exchange student, io mi sento pronta a fare qualsiasi tipo di esperienza, sciare, snowboard, slitta, andare a cavallo sotto la neve, mangiare tutti i biscottini ch mi ha mandato la mia famiglia...

Anche se non ci sono tradizioni come le nostre, le persone vestite a partire dal 1 dicembre rigorosamente in tema natalizio ( andrò anche io a comprare uno di quei maglioni! Giuro!), le luci su ogni casa, le decorazioni nei giardini e le canzoni che vengono trasmesse in ogni locale mi fanno sentire sempre di buon umore.

Con le mie compagne di squadra abbiamo fatto una cosa che si chiama Secret Sister Santa, dove praticamente ogni ragazza riceve una compagna di squadra alla quale dovrà regalare ogni giorno della settimana un piccolo regalino, tutto questo in forma anonima, la mia sister è stata super divertente, ed ha rispettato al massimo tutti i temi, Motivational Monday, Tasty Tuesday, Wacky Wednesday, Thirsty Thursday e Fuzzy Friday.


Per chi non lo sapesse qui non esiste la befana, essi quella signora che pensavo girasse il mondo su una scopa, a quanto pare ha deciso che in America di dolci ce ne sono fin troppi tutto l'anno e i bambini non hanno bisogno di ulteriore zucchero. Così la famosissima calza, che in Italia corrisponde al calzettone di papà attaccato al camino, qui viene attaccata per il Natale con tanto di decori e lettera attaccata.

Così vi accenno il mio primo Natale americano, che mi ha nuovamente riempito di entusiasmo ed anche un po' di nostalgia....  





domenica 6 dicembre 2015

#47 Quarto mese, NUOTO.

Se chiudo gli occhi ancora mi sembra di essere su quel aereo, diretto a Montrose, un paesino di cui non conoscevo nulla se non il numero degli abitanti, non conoscevo neanche le persone che mi avrebbero ospitato. Da febbraio quando mi hanno assegnato la famiglia non ho mai smesso di sentirli, messaggi su messaggi, ma non conosci veramente le persone fino a quando non le incontri, non ci parli, in questo caso non ci vivi. 
Come non conoscevo loro, non conoscevo nessuno, nuova scuola, nuovi amici, nuova vita! 
I primi tempi è tutto nuovo, sapori, odori, costumi, usanze, e tu provi ad assorbire tutto, niente può placare la tua sete di conoscenza. Dopo qualche tempo tutto diventa quotidianità e inizi a cercare qualcosa che somigli a casa. Io quel qualcosa l'ho trovato, il nuoto... In Italia passo praticamente metà delle mie giornate dentro una piscina, ed ora in questo paesino, dove all'inizio non conoscevo nessuno, faccio parte di una squadra, una squadra di nuoto, e così le mie giornate assomigliano a quelle in Italia, scuola e piscina, piscina e scuola. 

Se avete mai amato uno sport o fatto parte di una squadra potete capire come mi sento! I miei capelli e la mia pelle sono tornati a profumare perennemente di cloro, e dopo neanche un mese di allenamenti, ogni giorno due ore, ho fatto la mia prima gara...

4 Dicembre, direzione Glenwood, tutto mi era famigliare, il bus con tutta la squadra, dove si passa il tempo a cantare, spettegolare, mangiare e dormire, tutto come al solito, anche se in testa non avevo colla di pesce e mollette che mi toccavano il cervello, non avevo trucco sugli occhi o sulla bocca e nessun sorriso a nascondere la fatica. Siamo arrivati tre ore e mezza di viaggio, ma eccoci qua.
La neve fuori dalle finestre della piscina e tu con una cuffia, un costume nero e gli occhialetti a far su e giù per riscaldarti. E così capisci che sta volta sei sola non hai sette ragazze intorno che si fanno il culo per il bene della squadra, sei sola e tutto dipende solamente da te stessa. 
Finisce l'allenamento e tutte le ragazze si riuniscono per fare il cheer, si urla ci si abbraccia, tutte le ragazze mi fanno l'imbocca al lupo e mi aspettano alle estremità della vasca, è il mio turno. Primo fischio, sistemo gli occhialetti, secondo fischio, salgo sul blocco di partenza e l'unica cosa che sento è il mio respiro e il battito del  mio cuore, conosco quei rumori, dettati da ansia e adrenalina, l'insieme perfetto per far si che i tuoi muscoli non ti abbandonino a metà vasca. Take your mark, assumi la posizione per tuffarti, ultimo fischio e via, la gara dei 200 misti abbia inizio, non vedi nulla non sai contro chi stai gareggiando, non sai se sei primo od ultimo, la tua testa ti dice solamente di andare il più veloce possibile, 50 delfino, 50 dorso e vedi tutte le tue compagne che ti fanno il tifo, 50 rana, senti i muscoli che iniziano a chiedere pietà e poi 50 stile, il mio preferito e dò il massimo, tocco il muro, mi giro e vedo il tabellone, primo posto... 

Questo è quello che mi riesce meglio, il mio antistress, stare in una vasca, e nuotare, mi da modo di ascoltare veramente i miei pensieri senza rumori esterni...  Penso che sono passati quattro mesi, mesi pieni di sentimenti che non sapevo neanche si potessero provare, mesi di crescita, mesi dove sperimenti ogni parte di te e ciò che scopri ti porta ad essere sicura, cosciente e determinata, perché ti stai conoscendo, conosci i tuoi limiti, le tue paure e i tuoi punti di forza. 

E poi tanto per raggiungere un altro piccolo obbiettivo di questi quattro mesi, seduta su quel bus, cuffiette nelle orecchie ascolti quelle canzoni che hanno sempre fatto da sottofondo alle tue avventure, ma ora quel sottofondo ha un testo, delle parole e tu puoi comprenderle. Ascoltando casualmente quelle canzoni, senti qualcosa di diverso, qualcosa che non avevi mai notato, le parole, che arrivano dritte chiare nella tua testa e le traduci senza problemi...