domenica 6 dicembre 2015

#47 Quarto mese, NUOTO.

Se chiudo gli occhi ancora mi sembra di essere su quel aereo, diretto a Montrose, un paesino di cui non conoscevo nulla se non il numero degli abitanti, non conoscevo neanche le persone che mi avrebbero ospitato. Da febbraio quando mi hanno assegnato la famiglia non ho mai smesso di sentirli, messaggi su messaggi, ma non conosci veramente le persone fino a quando non le incontri, non ci parli, in questo caso non ci vivi. 
Come non conoscevo loro, non conoscevo nessuno, nuova scuola, nuovi amici, nuova vita! 
I primi tempi è tutto nuovo, sapori, odori, costumi, usanze, e tu provi ad assorbire tutto, niente può placare la tua sete di conoscenza. Dopo qualche tempo tutto diventa quotidianità e inizi a cercare qualcosa che somigli a casa. Io quel qualcosa l'ho trovato, il nuoto... In Italia passo praticamente metà delle mie giornate dentro una piscina, ed ora in questo paesino, dove all'inizio non conoscevo nessuno, faccio parte di una squadra, una squadra di nuoto, e così le mie giornate assomigliano a quelle in Italia, scuola e piscina, piscina e scuola. 

Se avete mai amato uno sport o fatto parte di una squadra potete capire come mi sento! I miei capelli e la mia pelle sono tornati a profumare perennemente di cloro, e dopo neanche un mese di allenamenti, ogni giorno due ore, ho fatto la mia prima gara...

4 Dicembre, direzione Glenwood, tutto mi era famigliare, il bus con tutta la squadra, dove si passa il tempo a cantare, spettegolare, mangiare e dormire, tutto come al solito, anche se in testa non avevo colla di pesce e mollette che mi toccavano il cervello, non avevo trucco sugli occhi o sulla bocca e nessun sorriso a nascondere la fatica. Siamo arrivati tre ore e mezza di viaggio, ma eccoci qua.
La neve fuori dalle finestre della piscina e tu con una cuffia, un costume nero e gli occhialetti a far su e giù per riscaldarti. E così capisci che sta volta sei sola non hai sette ragazze intorno che si fanno il culo per il bene della squadra, sei sola e tutto dipende solamente da te stessa. 
Finisce l'allenamento e tutte le ragazze si riuniscono per fare il cheer, si urla ci si abbraccia, tutte le ragazze mi fanno l'imbocca al lupo e mi aspettano alle estremità della vasca, è il mio turno. Primo fischio, sistemo gli occhialetti, secondo fischio, salgo sul blocco di partenza e l'unica cosa che sento è il mio respiro e il battito del  mio cuore, conosco quei rumori, dettati da ansia e adrenalina, l'insieme perfetto per far si che i tuoi muscoli non ti abbandonino a metà vasca. Take your mark, assumi la posizione per tuffarti, ultimo fischio e via, la gara dei 200 misti abbia inizio, non vedi nulla non sai contro chi stai gareggiando, non sai se sei primo od ultimo, la tua testa ti dice solamente di andare il più veloce possibile, 50 delfino, 50 dorso e vedi tutte le tue compagne che ti fanno il tifo, 50 rana, senti i muscoli che iniziano a chiedere pietà e poi 50 stile, il mio preferito e dò il massimo, tocco il muro, mi giro e vedo il tabellone, primo posto... 

Questo è quello che mi riesce meglio, il mio antistress, stare in una vasca, e nuotare, mi da modo di ascoltare veramente i miei pensieri senza rumori esterni...  Penso che sono passati quattro mesi, mesi pieni di sentimenti che non sapevo neanche si potessero provare, mesi di crescita, mesi dove sperimenti ogni parte di te e ciò che scopri ti porta ad essere sicura, cosciente e determinata, perché ti stai conoscendo, conosci i tuoi limiti, le tue paure e i tuoi punti di forza. 

E poi tanto per raggiungere un altro piccolo obbiettivo di questi quattro mesi, seduta su quel bus, cuffiette nelle orecchie ascolti quelle canzoni che hanno sempre fatto da sottofondo alle tue avventure, ma ora quel sottofondo ha un testo, delle parole e tu puoi comprenderle. Ascoltando casualmente quelle canzoni, senti qualcosa di diverso, qualcosa che non avevi mai notato, le parole, che arrivano dritte chiare nella tua testa e le traduci senza problemi...

 

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